In letteratura una frana viene definita come un “movimento di roccia, detrito e/o terra lungo un versante, sotto l’influenza della gravità” (Varnes, 1958; Cruden, 1991, Crozier, 1999). Si fa quindi riferimento al processo (landslide process) piuttosto che all’oggetto.
In natura le frane si manifestano in maniera molto diversa e i fenomeni franosi vengono distinti in base a due parametri fondamentali:
- natura del materiale coinvolto;
- tipologia del movimento di massa.
Qui di seguito viene proposta una classificazione articolata in classi principali: crolli, ribaltamenti, scorrimenti traslativi, scorrimenti rotazionali, espandimenti laterali, colamenti e frane complesse, queste ultime derivanti da più combinazioni di meccanismi di movimento diversi.
Le classi di movimento vengono poi ulteriormente suddivise in base alla natura del materiale: roccia, terra, detrito:
- Il crollo (fall) è un fenomeno che inizia con il distacco di materiale da un pendio molto acclive. La massa distaccatasi si muove prevalentemente in aria, fino all’impatto sul terreno con conseguenti rimbalzi e/o rotolamenti.
- Il ribaltamento (topple) è una rotazione in avanti, verso l’esterno del versante, di una massa di terra o roccia, intorno ad un punto o un asse situato al di sotto del centro di gravità della massa spostata; può evolvere in crollo.
- Gli scorrimenti o scivolamenti (slides) sono movimenti verso la base del versante di una massa di terra, roccia o detrito, che avvengono in gran parte lungo una superficie di rottura o entro una fascia, relativamente sottile, di intensa deformazione di taglio.
- I colamenti (flows) sono movimenti distribuiti in maniera continua all’interno della massa spostata.
Qui di seguito viene riportata un’immagine rappresentativa delle varie tipologie di frana.
Per quanto riguarda lo stato di attività di una frana, in riferimento a quanto stabilito dal WP/WLI (Working Party on World Landslide Inventory), si possono definire i seguenti termini:
- Frana attiva, se al momento dell’osservazione risulta essere in movimento.
- Frana sospesa, se si è mossa nell’ultimo ciclo stagionale, ma attualmente non è attiva.
- Frana riattivata, se dopo un periodo di inattività si è rimessa in movimento.
- Frana inattiva, se si è mossa l’ultima volta prima dell’ultimo ciclo stagionale; le inattive si possono ulteriormente suddividere in:
- Frana quiescente, se il movimento può essere riattivato dalle cause che lo hanno originato.
- Frana naturalmente stabilizzata, se non può più essere influenzata dalle cause originarie, le cause del movimento sono state naturalmente rimosse.
- Frana artificialmente stabilizzata, se è stata stabilizzata da misure di stabilizzazione artificiali.
- Frana relitta, se si è sviluppata in condizioni geomorfologiche o climatiche considerevolmente diverse da quelle attuali.
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