Per la valutazione della pericolosità è stata utilizzata una metodologia che si basa su un’analisi speditiva delle diverse caratteristiche vegetazionali predominanti, presenti nella fascia perimetrale. Sono state così individuate delle sottoaree della fascia perimetrale il più possibile omogenee, sia per presenza che per diverso tipo di vegetazione. Inoltre la metodologia si basa sull’analisi comparata, nell’ambito di tali sottoaree, di sei fattori ai quali è stato attribuito un peso diverso, a seconda dell’incidenza che ognuno di questi ha sulla dinamica dell’incendio.
I fattori presi in considerazione sono i seguenti:
- Tipo di vegetazione: le formazioni vegetali hanno comportamenti diversi nei confronti dell’evoluzione degli incendi a seconda del tipo di specie presenti, della loro mescolanza, della stratificazione verticale dei popolamenti e delle condizioni fitosanitarie. Mediante Carta Forestale e uso del suolo è stata individuata il tipo di vegetazione;
- Densità di vegetazione: rappresenta il carico di combustibile che contribuisce a determinare l’intensità e la velocità dei fronti di fiamma;
- Pendenza: la pendenza del terreno ha effetti sulla velocità di propagazione dell’incendio;
- Tipo di contatto: determinante sulla pericolosità dell’evento sono i contatti delle sottoaree senza soluzione di continuità con aree boscate o incolti;
- Incendi pregressi: E’ stata posta particolare attenzione alla serie storica degli incendi pregressi;
- Classificazione del piano AIB: E’ la classificazione dei comuni per classi di rischio contenuta nel Piano Regionale di Previsione Prevenzione e Lotta Attiva contro gli incendi boschivi, redatto ai sensi della 353/2000.
Di seguito sono riportate le aree soggette a rischio incendio di interfaccia:
- Centro abitato
- Località le Fontanelle, Cala S. Giovanni, S. Caterina
- Località Pozzo Vivo, Grotta Scangia, Ripagnola
- Località S. Candida, Fusella, SP 120 km 5
- Località Serri di Citro
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